È chiaro che la situazione di quarantena (parziale o totale) di questo periodo prolungato a cui siamo sottoposti sta mettendo chiunque a dura prova!
Nella mia pratica professionale, le difficoltà che sto riscontrando maggiormente sono due.
Da una parte, i problemi di coppia. Problemi di qualunque tipo, che vanno dalla difficoltà di trovare uno spazio “di coppia” all’interno delle dinamiche familiari quotidiane, alla mancanza di comunicazione o alla vera e propria rottura.
Questo perché siamo stati e siamo tuttora obbligati a condividere la casa, uno spazio che per quanto possa essere grande, è comunque limitato, con gli altri membri della famiglia. Se prima infatti la maggior parte del nostro tempo era spesa in ambienti esterni alla casa e insieme a persone esterne al nostro nucleo familiare, ora invece spesso lavoro e casa coincidono e viviamo insieme al nostro partner molte più ore della giornata.
Più ore insieme, implica un maggiore contatto con tutti i lati positivi e negativi della nostra dolce metà: vivendo molto più a stretto contatto alcune dinamiche, che se saltuarie non creano problemi, possono esasperarsi.
Il secondo motivo per cui tantissime persone stanno cercando un sostegno è per l’apatia, uno stato psicologico che da un anno a questa parte è diventato molto più frequente di quanto non fosse prima.
Ricordate la storia della rana che finì bollita?
Una rana nuotava tranquillamente in un pentolone d’acqua. Quando il fuoco sotto al pentolone venne acceso l’acqua iniziò a scaldarsi, ma per la rana era comunque piacevole nuotare. La temperatura dell’acqua continuava a salire e la rana continuava a nuotare, immersa in quel piacevole calduccio. A un certo punto l’acqua divenne davvero troppo calda e per la rana non era più piacevole e voleva uscire, ma stremata dalla temperatura non riuscì a farlo e finì bollita.
Ecco, questo è esattamente quello che sta succedendo ad alcuni di noi.
Siamo immersi da parecchio tempo in un calduccio che inizialmente era piacevole: tante persone a inizio pandemia hanno detto di aver apprezzato il periodo di stop forzato, che gli ha dato modo di riprendere fiato dalla frenesia della loro vita.
Ma ora, dopo parecchio tempo in cui stiamo nuotando in questa calda acqua, alcuni (forse anche tu?) sono arrivati ad averne abbastanza: abbastanza di pizze fatte in casa, di film e serie tv, di letto e divano.
Il problema è che non si ha la forza di uscire di casa e riprendere in mano la vita: ricominciare a fare sport, a uscire per cena anche se dobbiamo tornare alle 22, a camminare nel parco per il gusto di prendere il sole. Ormai non attrae nulla, non smuove nulla dal torpore. Tutto è noia.
Non si è più motivati a fare qualcosa o a uscire e si è spesso troppo stanchi per qualunque passatempo anche minimamente impegnativo.
Paradossalmente anche avendo molto più tempo a disposizione si sfrutta di meno perché “risucchiati” dall’apatia: magari anche tu non hai più la forza di fare quello che facevi e amavi fino a poco tempo fa, perché davvero troppo faticoso.
Come uscire da questo tunnel? O meglio da questo pentolone che un po’ ci culla, un po’ ci dà fastidio, ma da cui è veramente difficile distaccarsi?
Compito 1: Esci dal giudizio.
Non metterti a pensare cosa puoi/non puoi fare, cerca solo di risvegliare in te la fantasia: cosa ti piacerebbe fare? Cosa facevi un tempo che ti dava piacere?
Qualunque sia la risposta, puoi senz’altro trovare il modo di ricominciare a “fare”, magari con qualche compromesso, e ritrovare pian piano il piacere.
Ad esempio, se da tempo non fai più l’uncinetto perché sei demotivato, potresti ricominciare.
Compito 2: Dai fiducia al tuo cervello.
Cerca di sfidarti inizialmente: ricomincia a fare l’uncinetto anche per poco tempo al giorno (10 minuti magari). Sono sicura che se lo fai quotidianamente, il cervello “ricorderà” il piacere che deriva da questo passatempo e riuscirai a ritrovare la passione e la motivazione.
Compito 3: Prenditi cura di te.
So che sembra inutile (alla fine a che serve se stai sempre a casa?), ma invece non è così.
Pianifica i tuoi pasti, scegli con cura gli ingredienti dei tuoi piatti, dedicati al cucinare e a mangiare. Apparecchia per te stesso con il servizio di piatti migliore e goditi quel momento.
Ricomincia a uscire se non lo stai facendo, anche solo per passeggiare pochi minuti. Oppure riprendi lo sport che hai lasciato. Il movimento fisico è responsabile anche della produzione di endorfine, che ti aiuteranno a stare meglio a livello psicologico e a proseguire con questa abitudine.
Vai dal parrucchiere/barbiere, truccati, vestiti con bei vestiti anche se non devi uscire.
Insomma, scegli di fare quei piccoli gesti che hai smesso di fare per te solo perché esci di meno. Perché anche se fai meno vita sociale, resti sempre la persona più importante del tuo mondo ed è giusto che lo ricordi a te stessa.